Sotto 'l velame dei romanzi strani. Dante e la poetica simbolica di Anna Maria Ortese

Autori

  • Maria Valeria Dominioni Università degli Studi di Macerata

Parole chiave:

Ortese, Dante, allegoria, simbolismo, allegory, symbolism

Abstract

Non è compito facile identificare le fonti di Ortese e misurare il debito che con esse l’autrice contrae. Il rapporto di Ortese con Dante rappresenta, in questo senso, un caso di studio esemplare. Per ammissione della stessa autrice, le immagini dantesche sono archetipo della sua produzione letteraria. I romanzi della trilogia fantastica, opere di difficile decodificazione, sono infarcite di richiami a
Dante, la comprensione dei quali può guidare anche nella loro interpretazione. L'analisi del presente saggio si concentra sulla ripresa ortesiana della topografia, dei personaggi e delle scene dantesche, soffermandosi in particolare sulla sovrapponibilità delle trame dei romanzi con il nucleo narrativo della Commedia, e dell’episodio centrale dei romanzi con il richiamo che Dante opera in Inferno IX allo scontro biblico tra Michele Arcangelo e Satana. Qui, secondo alcuni interpreti, oltre a evocare significati simbolici circoscritti inerenti la materia narrativa, Dante rimanda allegoricamente al senso dell'intero viaggio: quello della lotta del Bene contro il Male. Ortese, che, come si comprende dalla lettera a Bellezza del 1976, nelle trame dei suoi romanzi fantastici trasfigura simbolicamente in immagini dantesche un evento biografico ben preciso (la catabasi personale già parzialmente narrata nel Mare non bagna Napoli), allo stesso tempo allegorizza la lotta tra Bene e Male invertendo i termini della questione: i viaggi dei tre romanzi, in questo senso, si potrebbero anche leggere come il capovolgimento del viaggio ultraterreno di Dante attraverso le tre cantiche, dal Bene cristiano, che per Ortese è il Male, verso il Male cristiano che per Ortese è il vero Bene.

It is not an easy task to identify Ortese’s sources and measure the debt she owes to them. Ortese's relationship with Dante represents, in this sense, an exemplary case study. By the author's own admission, Dante's imagery is archetypal in her literary production. The novels of the Fantastic Trilogy, texts that are difficult to decode, are peppered with references to Dante, the understanding of which can also guide in their interpretation. The analysis of the present essay focuses on the Ortesian take on Dante's topography, characters, and scenes, dwelling in particular on the overlap of the novels' plots with the narrative core of the Commedia, and of the novels' central episode with the reference Dante makes in Inferno IX to the biblical confrontation between Michael the Archangel and Satan. Here, according to some interpreters, in addition to evoking circumscribed symbolic meanings inherent in the narrative subject matter, Dante allegorically refers to the meaning of his entire journey: that of the struggle of Good against Evil. Ortese, who, as we understand from her 1976 letter to Bellezza, in the plots of her fantastic novels symbolically transfigures a very specific biographical event (the personal catabasis already partially narrated in Il mare non bagna Napoli) into Dantean images, at the same time allegorizes the struggle between Good and Evil by reversing the terms of the question: the journeys of the three novels could also be read as the reversal of Dantes otherworldly journey through the three canticles, from Christian Good, which for Ortese is Evil, towards Christian Evil, which for Ortese is true Good.

 

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Pubblicato

07.12.2023