"Con questa distinzion prendi 'l mio detto". Per un'interpretazione di 'Pd' XIV 130-139

Autori

  • Maria Irene Fiducia Brown University

DOI:

https://doi.org/10.26034/tenzone-23-08

Parole chiave:

Paradiso XIV, conoscenza, narratologia, distinzione, occhi, knowledge, narratology, distinction, eyes

Abstract

L'articolo propone un'interpretazione innovativa della chiusa del canto XIV del Paradiso (vv. 130-139), mai completamente spiegata e giudicata insolita o accessoria anche dai più illustri commentatori del poema. Il passo, piccola crux della critica dantesca, altro non è, in realtà, che un'applicazione del principio di distinzione introdotto nei canti XI e XIII: le meraviglie del cielo di Marte superano, spiega il poeta, non gli occhi di Beatrice in assoluto, ma soltanto l'aspetto che essi avevano nel cielo inferiore. Mai segnalata in oltre sessanta autorevoli commenti (con una sola eccezione), questa chiara ripresa dell0'insegnamento di Tommaso permette finalmente di attribuire al passo una funzione nell'economia del poema: ai versi 130-139, infatti, l'auctor replica il procedere logico seguito da Tommaso in Pd XIII per mettere alla prova il lettore, istituendo così un gioco di specchi tra livello extradiegetico e diegetico della narrazione. Lungi dal costituire un superfluo sfoggio argomentativo, la chiusa di Pd XIV instaura un dialogo diretto con il lettore per invitarlo a partecipare attivamente all'esperienza didattica che la Commedia propone, ponendolo al capo estremo di una lunga catena di conoscenza che lega l'umanità al cielo.

The article proposes an innovative interpretation of the closing of canto XIV of Dante's Paradiso (vv. 130-139), which has never been fully explained and was judged unusual or ancillary even by the poem's most illustrious commentators. The passage, a small crux in Dante studies, represents an application of the principle of distinction introduced in cantos XI and XIII: the wonders of Mars surpass, the poet explains, not Beatrice's eyes in absolute terms, but only the appearance they had in the lower sky. Never acknowledged in over sixty authoritative commentaries (with a single exception), this evident reprise of Thomas's lesson clarifies the role this passage plays within the poem: in verses 130-139, the auctor replicates the logical reasoning followed by Thomas in Pd XIII in order to test the reader, thus establishing a game of mirrors between the extradiegetic and diegetic level. Far from being a superfluous display of argumentation, the closing of Pd XIV establishes a direct dialogue with readers and invites them to actively participate in the didactic experience proposed by the Commedia, thereby positioning them at the end of a long chain of knowledge that binds humanity to heaven.

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Pubblicato

07.12.2024

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Articoli